.di nuovo giugno.

nel moltiplicarsi delle stagioni
con le sue tiepide varianti
è di nuovo giugno
a muoversi tutt’intorno
a non dare segni di tregua,
nudo di consistenza
come una casa vuota che prova
un’insolito senso
di libertà nello stringersi
alla luce che produce
nell’indefinito varco estivo
e che non trova il coraggio
di indossare
il suo abito per lasciarsi andare
[e forse nello sgomento a sorridere]
ad una vita che non aspetta altro
che un limpido rumore di fuoco
nella resa dei tramonti.

©Runa
2022_Tutti i diritti riservati

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quanta vita ho vissuto

scrivo per ricordarmi di quanta vita ho vissuto
prima che il tempo mi ripieghi su se stesso
senza dialogo, senza ombra
lasciandomi al vento del destino
in silenzio fra gli intenti
ammutinandomi le mani, il corpo
che mozzato di gioia
come un foglio stropicciato grida
e nel fremere di quelle madide parole
mancate nel pieno dell’inverno
di quel che ne sarò
la mia carne quindi si aggroviglierà
alla fauna risorta che modera le mie vesti
a ritroso nel fuoco del nuovo tempo.

©Runa
2022_Tutti i diritti riservati

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a lingua ferita

_è nello scivolarmi addosso

[ampio divenire di luce]

_è nel tornare a ritroso

[moderato lasso di voce]

è nel franare fra la lamella intasata della carne che il profondo e ripido solstizio alla vita s’addormenta come nel pieno dell’inverno e giace dimenticato fra le fessure provvisorie di un fuoco che friziona parabola.

la mia è una storia parlata con lingua ferita
curva fra il fiato corto e la gola
ammutinata di parole
come gli intenti alla notte.

la mia è una storia semza ombra
un miagolio continuo
un gemere che si mozza e morde
un corpo senza coda.

la mia [ se posso considerarla mia ]
è una vita moltiplicata di nero
ed esplode come raglio languido
come piega di lenzuolo a lutto.

©Runa
2021_Tutti i diritti riservati

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