.Tu / la mia parola chiave.

volevo renderti bianco 
un libro aperto ,
un’anima senza parola chiave .

volevo renderti la mia di parola
nuda , disconosciuta ,
un ticchettio nelle ore ferme .

volevo renderti il mio mese preferito 
una risata capovolta ,
un’affinità senza fine .
volevo renderti pace dopo la guerra ,
una persona combattente , vincente 
accanto alle mie guerre perse .

volevo renderti il mio muro del pianto ,
casa dalle finestre aperte ,
cortile con gli alberi sempre in fiore .

volevo renderti prezioso fra le cose smesse 
un respiro , un fiato appena ,
una briciola di vita , il verbo infinito nella bocca mia .

©Runa

.illusione.

sarà l’odore di questo inverno che già manca.
sarà che mi ritrovo la lingua appiccicata al silenzio
come quando al mattino m’agito per una felicità che devo zittire.
sarà _ che non è mai la stagione per chiamarti per nome.
…e allora mi ubriaco appena sulla linea sottile della ragione
che non riesce a scomporre i nostri corpi
in quell’eccesso di sopravvivenza che fa del tuo bene
il mio male _in una illusione surreale
che conto fra le distanze _ma non riesco a sopportare .

©Runa

.poesie.

il silenzio è un Angelo fertile 
un pulpito che spaia il cielo
e prepara al congedo 
questa mia giovinezza_
questo nastro di vita mite
perso nella saggezza
di una voluttà nobile
che affievolisce e migra
nella pena_

fra le selve arrugginite 
spuma fredda l’inquietudine
nel modo più bello ch’io conosca
nel silenzio a mulino
d’una continua solitudine.
non venirmi meno ora , cuore mio
prega che il nero storno dell’anima mia
s’accenda d’ombra ,
bruna di fuoco che mi s’adagia accanto 
e sul finire della fiamma più alta 
tienimi viva , ancora
seppur spenta , a metà rivelata .

portami con te 
fino al mattino 
dove si sdraia la luce_
fra i monti
e l’aria fischia 
con sgomento il tuo nome_
fra i campi
come un fiorito rumore 
che diventa stupore_
…come fa l’amore 
portandosi via il tuo odore 

©Runa

.macerie come segni.

fra le lenzuola lame di stelle taglienti
le tue mani come macerie a lasciare segni .
sono stata una madre nascosta dentro altre forme
ingiuste e fioche
come lamenti di certe notti
a cui manca il tempo di esistere .

fra i sogni le sacre forme annerite
di una donna rivoltata nella sua stessa pena .
risorta a stento tutte le volte
mentre l’alba ha serrato la nuda esistenza dentro .
dentro , con un’accanimento fatto di voce
estratta liquida come come dal ventre di una Lupa .

farmi latte,farmi urlo,farmi essenza,farmi arresa,nutrimento.
è con questo principio che le grinze della mia anima si ritrovano in lotta verso un vento avverso
ripiegate contro un cielo seminato da anime risorte e pelle abbandonata.
come la mia,avvezza al più sacro degli errori,orrori come altari irrisolti,inaspettata come la luce che arretra sulla schiena.
è cosi che mi allungo e mi perdo
in una discesa di letti di fango,palpiti trasudanti d’ombre sterrate e annodature di fiati in gola.
“continuamente” mi dico “continua_mente ad incassare questo silenzio tremule mentre tutto si fa polvere negli anni che passano.
mentre _
il muro che ho messo fra me e te lentamente cade ed io lascio che il caso della frana arrivi e mi faccia posto per pregare “.

©Runa

on air : https://www.youtube.com/watch?v=kkf7nGCwmLk

. come in pace .

il respiro si fa molle
come nella debolezza del ripetersi di gemiti notturni
l’aria nel suo ripetersi unge la pelle
e le parole , spicciole , scindono sul tuo nome
come sottane cucite addosso
stropicciate dalle carezze esigenti
sciolte come candele accese
mentre i fianchi si espongono scorretti
sulla curvatura esposta delle tue mani .

trema la ragione sotto la tua presa
inarcata , arrendevole
cede come in pace
mentre la distrazione negli occhi ha vita breve
come negli avanzi di richieste
candide attenuanti
nude che sanno di succo di mandorla a sovvenire
con scivolosi agguati della lingua che insegna urli
e rapide follie .

©Runa

.ti racconto il mio amore.

Nient’altro racconta del mio amore 
se non questo raggio di luce sospeso
che mi sfiora fin sopra la coppa del cuore 
e fa la conta dei pori aperti 
dei graffi intrusi 
dell’omelia delle mani .

Tutto è un sigillo sacrale 
che bacia le trame sdrucite
estese in rapida ascesa 
fra le assenze rivestite in fretta
mentre sappiamo che 
nient’altro racconta cosa siamo stati 
né le coincidenze negli schianti
né le mie gambe accartocciate per gli affanni .

©Runa

on air :https://www.youtube.com/watch?v=bODdNebztP0

.come le tue labbra.

mi ritrovo in questo corpo stretto
con la fretta d’un impaziente amore
che taglia e annienta i gesti
come argini nell’improvvisa debolezza
che si fa bellezza ai tuoi occhi
e riaffiora come natura
nella sola idea che è di ogni cosa .

è cosi che riesco a narrarmi
attraverso te , senza contegno
celebrandomi all’inverosimile
come una gloria inesausta
una vittoria che rigenera ogni ferita
e ogni ferita che immancabile
accetta la sosta che trasformi in urgenza .

mi ritrovo nelle dimenticanze dei giorni
in pensieri che devastano il palmo delle mani
nel dopo delle carezze a cui ho dato il tuo nome
dopo che al tuo nome
ho donato fin oltre la fame contenuta
del ventre che di donna
si reinventa poesia

[che immagino sia fatta come le tue labbra]

©Runa

on air : https://www.youtube.com/watch?v=7l-9axkMQqo

. il buio oltre il vizio .

aggiungo la notte all’avanzare di un’altra notte
una selvatica conseguenza imperfetta
un raccapricciante esigere di luna
che specula la mia volontà
oltre di buio , oltre ogni accadere
mentre lascio le mani nude
e l’anima esposta , a te .

aggiungo il tremore al battito del cuore
l’ossigeno dei discorsi fatti
e la lingua unta di ogni altro bacio mancato
mentre la possibilità del ricordo si lega
con un orlo d’amianto sulla superficie
piuttosto che alla memoria
fatta di verità diverse , le tue .

aggiungo il potere a questo vizio di perdere
il dominio alla cessata volontà
aggiungo il mio corpo al tuo
e in ogni lembo mi estraggo carne
viva e impudica
con una sola possibilità di sopravvivenza
che si emette dal tuo grido al mio pianto , per noi .

©Runa

on air : https://www.youtube.com/watch?v=BPKFfcomdZA

.nell’agonia del tuo veleno io freno.

risalgono fra le ragioni vacillanti 
i pensieri irriverenti 
e ogni parola che hai lasciato sul mio corpo .
come un talamo d’ardesia_ punge 
fin dentro la mente 
mentre nel dispetto del tuo nome
sfuma ogni possibile certezza 
ch’io rinasca quieta 
e petalo di rosa sparso 

avvicinati 
come fa il primo fascio di luce ardente
al mattino ,quasi ingenuo 
con un sussurro leggero
che si fa ebrezza sulla bocca .
avvicinati 
e vacilla fra i pensieri , languendo
con un senso di pienezza mai esausto .
vibra sulle corde del cuore
e brucia sulla pelle tremante
come il nostro racconto d’amore 
che ondeggia d’eterno 
nei sogni degli altri amanti .

©Runa

ps: il titolo : “nell’agonia del tuo veleno io freno” è un verso tratto dalla canzone “Petalo” di Moltheni 

.arpeggi di tempesta.

Dell’amor mio ne ho fatto tempesta
non un riparo .
Del corpo un groviglio
ogni volta una sufficienza stonata
un’afferrare di nervi scoperti
smussati con carezze contromano .
Nel fondale del mio essere
inghiotto silenzi e parole mancanti
mai una morte avvenuta
per le ardite carezze instabili .

Sono un eterno bisogno
di lingue e tormenti .
Un pezzo di fuoco alto e possente .
Del mio corpo ne ho fatto un groviglio
di sensi a distanza
con metafore e arpeggi
ogni volta più leggeri
come in ripida ascesa
_ardenti e fatati .

©Runa

on air : https://www.youtube.com/watch?v=cZrFll4dlgE

.luminescenza.

ho convertito la sembianza della notte
in luminescenze d’assenzio cristallizzato .

là dove il freddo ha spaccato il declino
di ogni ragionevole memoria
ho goduto
come si fa per le attese
negli ardui piaceri
e fra le carezze
pronte a squarciare
ogni riga di cellula vivente .

ho distorto ogni valore controluce
e le ho rese pietre grigie d’astinenza .

©Runa

on air : https://www.youtube.com/watch?v=gw9fKuymA0I 

. muri d’edera viva .

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sogno muri d’edera viva
rampicanti sul filo sottili dell’insonnia
parole vive , reali
un continuo sentire il dolore .

[c’è cosi tanto silenzio
cosi infinita voce]

sogno muri discontinui
tetti di cielo e lampi sempre accesi
un crimine quotidiano anestetizzato
implacabile speranza senza giorno

©Runa