C’è tanto da scoprire nell’oltre della dipendenza dalla luce
Un oltre di sequenze astratte fatte di aria nuda
sovrastate dalla cecità di una pelle complessa
che sfocia come fuoco
nelle libertà delle dita
C’è tanto buio ancora da vedere in questo oltre di notte
Un disimpegno avverso che saliva dall’anima
come fa il dolore dalla carne
e geme di quell’unica visione
che resta appesa senza chiodi alle ossa molli
Pesantemente aggiungo un nuovo scalpitio di passi alle ore
mentre lo sporco dei miei abiti si annida alla memoria
con fili di polvere e linee di amianto
a passarmi attraverso come fa il giorno / senza il domani
C’è tanto da scoprire ancora dietro queste finestre chiuse
Tanto da portarsi via il corpo dalla terra
Tanto da intarsiare le mani smaniose
fredde come la notte che mi gioca dentro
pronte al rumore che mi scava silenzioso in assoli di maree
Ho disturbato penombre attive
Sminuito dolori e cotto parole
pur di restare quella forma di calore che unge il letto
e trova pertugi fra i pori pronti a disfarmi
di tutto il calco di cenere nera
[che dalla testa mi piange / e nel cuore mi muore]
©Runa