Vuoto d’ombre
rivolo nudo
silenzio distorto
costellazioni di forme spezzate.
Dal collo in giù _crollo
intercedendo la fame
che percorre lungo
il nervo che scalpita
sulle grida _rassegnate.
È sete
che non afferra la lingua.
È sete
che non sequenzia la voce.
Nell’emergere delle parole
a ritroso della rabbia
si fa largo la preghiera
che rantola attraverso.
È sete
che batte su sinuose ciglia.
È sete
indecisa come il bianco di una magnolia.
©Runa
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