.contropelle.

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https://wordsocialforum.com/2018/05/02/prospettive-omaggio-di-parole-a-michel-vaerewijck/

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Ho vissuto la mia vita come fossi un foglio bianco
nessun colore predestinato sulla pelle
e nessuna parola a sfondare la curvatora
della lingua _muta .

Ho vissuto in silenzio
fra verbi claudicanti interrotti solo dalla sete dell’attesa
e senza mai avere fame mi sono divorata nella giusta misura
per sopravvivere ad un ennesimo qualunque giorno
che mi trapassava dentro _fra la pelle e le ossa .

Ho giaciuto accanto alle ombre
abbracciando spigoli di luce su letti di cartapesta
ingoiando a piccoli sorsi il pianto
e moltilicando il dolore per il suo stesso peso .

Sono stata tutto e niente
un agglomerato di anima .contropelle.
divelta e divorante
in un ripetersi di sangue mai caldo

©Runa

echoing  :
youtube https://www.youtube.com/watch?v=5t5QSiydF9Y&w=560&h=315

.p r e l u d e.

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.si distanzia il mio pensiero
.si sorprende della curiosa maliziosità
ingombrante / imbrattante
immobile quanto implodente
come l’aura del tuo corpo
che di sale mi si asciuga addosso

[sorseggio il preludio della conseguenza
con un respiro che reclama la tua voce in gola
e irriga il fiato che si riscopre d’anima indotta
alla carne mai sazia / alla sete mai vinta
ed io qui pronta lusinghiera a nutrire]

.restarò compiaciuta ?
.in ripida discesa e grondante ?
lusingata dal ricordo che imploravi dalla bocca
esondante di gioia
oltre un desiderio che non si affronta
come una stretta che mi intralcia la ragione ?

[fatti telo di pelle e palesa la tua forma
e non aver paura di saziarmi
io sono fatta di ossa e carne / e senza il tuo ambire
io non mi posso nutrire]

©Runa

ph©EvaLagren

L’inverno .adesso.

fbmilia

l’inverno è arrivato sulla mia pelle scabra
a bocca aperta / asciutta
in un andirivieni di versi morsi e pianti indotti_
e c’è solo la memoria [ ora ]
ad estinguere il solco blindato del mio essere
che sgranocchia a battiti lenti
il lutto del mio vivere inesistente

mi pervade [ ora ]
il misticismo celebrato dalla notte
che implicito placa apparentemente su di me
la riproduzione esatta del dolore
tornato dall’inferno per ritrovarmi ancora carne
e buio se serve
per un canto maledetto che a denti stretti mi smeriglia il nome

l’inverno è arrivato sul mio esalato difetto
disadornando le stanze vuote con silenzio di piombo
e teli d’organza per dirmi [ ancora ]
quanto la luce del sonno intatto possa nuovamente nuocere
al cigolio del mio ricordo arginato_
insaziato dall’esilio in terra rossa
dove striscio e nutro il mio cuore sanguinante

©Runa

[ la maschera di cera ]

PH©Helmut Newton
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La tua visione mi racchiude in tante cose , in pose che mi accartocciano fino alla massima esposizione di ciò che sono , sopraffatta da una irragionevole combinazione di fiati sostenuti a fatica dalla fame e dalle caparbie agitazioni che il tuo corpo sotto di me riproduce .
Sono una carne tesa , un ripetersi d’ombra , una maschera di cera , una ruggine acerba .
Un’ animale preda illuminata dalla temperanza della tua mente capovolta , una melodia vorace ringhiante fra i denti che mastica ogni spigolo delle tue ossa , un canto dolorante per la mia razza fiera .
Dopo di te sono un detrito di pelle sopravvissuto , un inverno danneggiato dalle intemperie del gelo , spianato oltre le attese . Polvere che scarnifica lenta la fronte dirottando ogni memoria , ogni voglia silenziosa .
E poi resto immobile a guardati ferito e fiero , ignobile.
Sono come un veleno che disconosce il tuo sangue , una follia che si appresta a incedere fertile di ogni voce che ti spezza nel mio nome .
©Rosy Iuliucci

Omaggio di Parole dedicato dal #wordsocialforum ad #Helmut Newton

http://wordsocialforum.com/2015/05/14/prospettive-omaggio-di-parole-ad-helmut-newton/

Mai Vinti

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A quanto pare nulla mi vince . Neanche questo mio cuore .
Fermo e silenzioso a battersi nel petto , nell’incessante incoraggiamento del sangue a pulsare di una vitalità che si raggrinza fra le crepe di un seno che fu di madre , un tempo , e di donna amante ancor prima , sotto il suo tormentato vento .
Fui nuda , seppi esserlo , e seppi tenere a bada il gelo arrampicandomi sulla sua pelle calda , e tremante più di una fiamma esposta al cielo aperto .
Si perchè noi non avemmo mai una casa in cui amarci .
Non avemmo mai un tetto sotto cui coprirci .
Non avemmo mai un letto dove piangere le nostre promesse .
Fummo cosi liberi , cosi pieni di peccato da farne coraggio e forza .
Fummo mimetizzati dalla rabbia e da tutto ciò a cui appartemenno negli anni , dolore compreso , amore compreso , e morte compresa .
Fummi nudi , sgargianti della sola nostra pelle abbracciata .
Fummo un solo pianto , un solo bacio , un solo giorno .
Fummo cosi spremuti da tutto cò che potrevamo essere che le nostre mancanze oggi ci riempiono , ancora di quel dolore , ancora di quella promessa , ancora di quella morte .
E a quanto pare nulla oggi ci vince . Neanche il nostro cuore .
Cosi dolorante , cosi mancante di forza , cosi silenzioso di notte .

©Runa

La Mia Volontà [ è la Tua ]

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Mi appari dal Silenzio delle Cose .
Con un fruscio evidente che placa la routine della luce .

Mi appari virulento / circoscritto .
In ogni luogo non comune a Noi .

Faccio Mia la Tua Volontà / e la Mia _Tua
sconfinata al limite della trascendenza dell’ Anima
con proporzione adeguata ad ogni gesto come ad ogni parola sfumata in quella speranza di atti
che avvezzano fiati
e mormorano sul cuore .

Mi appartieni nel Tempo e nel Pregiudizio .
Con una scia di essenze che mi veste a malapena .

Mi nuoti dentro con il più beffardo dei piaceri .
Con affanni che si nascondono fra le ossa .
©Runa

eh si !

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…eh sì!
basta quest’aria di mosto 
a inebriarci l’anima 
s’infila dentro l’alba a singhiozzi
quasi fosse una preghiera
che s’ incarna al perdono
coricandosi sul ventre di notti ubriache
in un traverso d’ ore distese
che mi stringono come un fiocco al cuore.
Il miele cola denso,
senza grazia ,ne dolore
in quel bacio senza tempo
di donna fatta sale.
L’eco del suo ultimo vagito
s’unisce al grembo di donna fatta terra
…eh sì!
questo cielo esige il suo vento
Capita sai, 
che io esiga gli occhi tuoi .
Lorena Centofanti©Runa
26.09.2014

[ c a u s a . e d . e f f e t t o ]

c’è una causa nelle parole /
un effetto di grazia e dolore che avvampa sulla lingua
masticata voracemente da tutte quelle parole non dette
e coraggiosamente tenute dentro
fino all’impasto necessario con il cuore
dove non sempre tutto palpita appagante
di un essenza che accellera il vissuto e ti schianta
contro la vetrata di pelle da cui non sai uscire
cats
c’è un effetto di paura nella causa delle parole /
un mosto rosso sangue che si apre dalle ossa
e scarnifica tutto ciò che assemblava la verità
fra gli spazi di un respiro respinto
e il dondolio nel vuoto della vita
che con lacci di pianto si lega
a quell’ultimo cielo di passaggio nella memoria
di una farsa mai scritta
sul ruvido delle nuvole nere apparse
nell’oblio della notte
© Runa

[ la supplica fra le dita ]

Immagine

Sono la metà di una supplica Nera /
Avvolta nel riverbero di una Poesia scomposta /

Sono l’irragionevole piega che brucia sulla Forma /
Un fiato di Fato che dimezza le dita /

Affondo in quella memoria che mi mette in attesa e mi cola ai bordi della bocca come una parola che ansima la voce . Mi tengo stretta nei pugni morbidi quell’urto del petto che non esce dal cuore , sopravvivendo allo sbalzo di calore che diviene pace e nel tuo tocco si placa .

Sono una sillaba stupita del mio lento morire /
Una veste sdrucita inciampata nel tuo nome /

Sono una frangia di miele che si scioglie copiosa / 
Gioiosa negazione al termine del dolore

©Runa

Ricordi [ senza frane ]

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Ho mani strette nei pensieri
Un corpo nudo nascosto dalle vesti

Mi cadono le parole
come sassi di carta bagnata
dalla lingua che sfuma il fiato
con l’inchiostro nero del silenzio

C’è una porta che mi chiude fuori
da una realtà che non mi tocca

Ci sono spifferi pungenti
in questo vento che mi gira intorno
Sguardi senza occhi
di sorrisi netti di assenze

Tutto è come l’ho lasciato
senza frane nei ricordi

©Runa

Spessore di Piombo

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Sono / un moto fermo nel sussulto del mio corpo
Un’anima liquida che sguazza fra le ossa
devastandone lo speculare
di un’essenza che si limita fra le curve del volere

Non ho pensieri / ho solo idee umide
lasciate sui guanciali della notte
sempre fertili
sontuosamente vive

Sono / un morso alla lingua che mi consuma la parola
Sfrontato fiato ingoiato a bocca stretta
un disfacimento goliardico che suda
fra gli archi dei fianchi appena vestiti

E non sono che un’impaziente limite
districabile fra le temperature della carne
senza morbido spessore
lacerato come piombo /

©Runa

Guardami !

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Mi sospendi il fiato
come fossi ala di un volo errante
pronta a disintegrarsi
nel luccichio di un cielo inghiottito all’imbrunire

Eppure nell’ascoltarti addosso io mi perdo
annusando la nebbia che di notte ci avvolge
palesando il fulgore
d’un vespro silenzioso

E mi guardi negli occhi
legandomi le mani
Incontrandomi in piedi / poi mi scomponi
come indelebile traccia nuda e sospirata

Sillaba sporca d’inchiostro e mio sangue
baciami d’armonioso peccare
e scioglimi d’amore
con arsenico e ardore

©Runa