.notte senza fine.

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non c’è margine di resurrezione
nessuna logica ad ambirne il ritorno
solo una definizione apparente
di tutto ciò che ho lasciato
e che potrebbe essere

/ come un vento a ritroso sulla banchina del tempo
dove la voce attende il suo gorgheggio latente

non c’è margine di resurrezione
come non ci sono dita per le mani
o pensili per i pensieri
solo raggi di una luna che incombe
su una notte senza fine

©Runa

.p r e l u d e.

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.si distanzia il mio pensiero
.si sorprende della curiosa maliziosità
ingombrante / imbrattante
immobile quanto implodente
come l’aura del tuo corpo
che di sale mi si asciuga addosso

[sorseggio il preludio della conseguenza
con un respiro che reclama la tua voce in gola
e irriga il fiato che si riscopre d’anima indotta
alla carne mai sazia / alla sete mai vinta
ed io qui pronta lusinghiera a nutrire]

.restarò compiaciuta ?
.in ripida discesa e grondante ?
lusingata dal ricordo che imploravi dalla bocca
esondante di gioia
oltre un desiderio che non si affronta
come una stretta che mi intralcia la ragione ?

[fatti telo di pelle e palesa la tua forma
e non aver paura di saziarmi
io sono fatta di ossa e carne / e senza il tuo ambire
io non mi posso nutrire]

©Runa

ph©EvaLagren

[ la maschera di cera ]

PH©Helmut Newton
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La tua visione mi racchiude in tante cose , in pose che mi accartocciano fino alla massima esposizione di ciò che sono , sopraffatta da una irragionevole combinazione di fiati sostenuti a fatica dalla fame e dalle caparbie agitazioni che il tuo corpo sotto di me riproduce .
Sono una carne tesa , un ripetersi d’ombra , una maschera di cera , una ruggine acerba .
Un’ animale preda illuminata dalla temperanza della tua mente capovolta , una melodia vorace ringhiante fra i denti che mastica ogni spigolo delle tue ossa , un canto dolorante per la mia razza fiera .
Dopo di te sono un detrito di pelle sopravvissuto , un inverno danneggiato dalle intemperie del gelo , spianato oltre le attese . Polvere che scarnifica lenta la fronte dirottando ogni memoria , ogni voglia silenziosa .
E poi resto immobile a guardati ferito e fiero , ignobile.
Sono come un veleno che disconosce il tuo sangue , una follia che si appresta a incedere fertile di ogni voce che ti spezza nel mio nome .
©Rosy Iuliucci

Omaggio di Parole dedicato dal #wordsocialforum ad #Helmut Newton

http://wordsocialforum.com/2015/05/14/prospettive-omaggio-di-parole-ad-helmut-newton/

a Te va il mio pensiero

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a Te va il mio pensiero .grondante.
ubriaco di verità nascoste
pregno di mani incatenate al presente
.prive. della gioia del tuo tocco

a Te va la mia insaziabile .sete.
la mia languida fame confusa
mordente fra le labbra schiuse
.orfane. del sapore del Tuo sconfinante .ardore.

a Te va la mia preghiera di .notte.
la mia carne inguaribile
la mia unica .morte.

©Runa

ph©Whitney Justesen

Mai Vinti

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A quanto pare nulla mi vince . Neanche questo mio cuore .
Fermo e silenzioso a battersi nel petto , nell’incessante incoraggiamento del sangue a pulsare di una vitalità che si raggrinza fra le crepe di un seno che fu di madre , un tempo , e di donna amante ancor prima , sotto il suo tormentato vento .
Fui nuda , seppi esserlo , e seppi tenere a bada il gelo arrampicandomi sulla sua pelle calda , e tremante più di una fiamma esposta al cielo aperto .
Si perchè noi non avemmo mai una casa in cui amarci .
Non avemmo mai un tetto sotto cui coprirci .
Non avemmo mai un letto dove piangere le nostre promesse .
Fummo cosi liberi , cosi pieni di peccato da farne coraggio e forza .
Fummo mimetizzati dalla rabbia e da tutto ciò a cui appartemenno negli anni , dolore compreso , amore compreso , e morte compresa .
Fummi nudi , sgargianti della sola nostra pelle abbracciata .
Fummo un solo pianto , un solo bacio , un solo giorno .
Fummo cosi spremuti da tutto cò che potrevamo essere che le nostre mancanze oggi ci riempiono , ancora di quel dolore , ancora di quella promessa , ancora di quella morte .
E a quanto pare nulla oggi ci vince . Neanche il nostro cuore .
Cosi dolorante , cosi mancante di forza , cosi silenzioso di notte .

©Runa

La Mia Volontà [ è la Tua ]

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Mi appari dal Silenzio delle Cose .
Con un fruscio evidente che placa la routine della luce .

Mi appari virulento / circoscritto .
In ogni luogo non comune a Noi .

Faccio Mia la Tua Volontà / e la Mia _Tua
sconfinata al limite della trascendenza dell’ Anima
con proporzione adeguata ad ogni gesto come ad ogni parola sfumata in quella speranza di atti
che avvezzano fiati
e mormorano sul cuore .

Mi appartieni nel Tempo e nel Pregiudizio .
Con una scia di essenze che mi veste a malapena .

Mi nuoti dentro con il più beffardo dei piaceri .
Con affanni che si nascondono fra le ossa .
©Runa

eh si !

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…eh sì!
basta quest’aria di mosto 
a inebriarci l’anima 
s’infila dentro l’alba a singhiozzi
quasi fosse una preghiera
che s’ incarna al perdono
coricandosi sul ventre di notti ubriache
in un traverso d’ ore distese
che mi stringono come un fiocco al cuore.
Il miele cola denso,
senza grazia ,ne dolore
in quel bacio senza tempo
di donna fatta sale.
L’eco del suo ultimo vagito
s’unisce al grembo di donna fatta terra
…eh sì!
questo cielo esige il suo vento
Capita sai, 
che io esiga gli occhi tuoi .
Lorena Centofanti©Runa
26.09.2014

Mutabile Venia

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Sono lontana / mutabile verità che si aggancia alla testa .
Fitta di memoria informe / randagia come solo una bestia [ nel cuore ] sa essere .
_chiedo verità_
e venia per questo mio petto dolorante
da cui non so estrarre che sangue
Filante e Freddo che mi arriva ai piedi e non mi fa restare dritta .

Sono lontana / anni luce e priva di occhi
da un’era che non mi sa terminare dalle braccia
e in esse mi invecchia / di una bellezza che quasi odio .
_tremo_
per uno spettacolo che a fiotti si adempie senza sosta
sul capo e come pianto fra le mani

©Runa

[ c a u s a . e d . e f f e t t o ]

c’è una causa nelle parole /
un effetto di grazia e dolore che avvampa sulla lingua
masticata voracemente da tutte quelle parole non dette
e coraggiosamente tenute dentro
fino all’impasto necessario con il cuore
dove non sempre tutto palpita appagante
di un essenza che accellera il vissuto e ti schianta
contro la vetrata di pelle da cui non sai uscire
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c’è un effetto di paura nella causa delle parole /
un mosto rosso sangue che si apre dalle ossa
e scarnifica tutto ciò che assemblava la verità
fra gli spazi di un respiro respinto
e il dondolio nel vuoto della vita
che con lacci di pianto si lega
a quell’ultimo cielo di passaggio nella memoria
di una farsa mai scritta
sul ruvido delle nuvole nere apparse
nell’oblio della notte
© Runa

A Malapena il Destino

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Passeggio piano, nelle stanze del mio Io
lasciando impalpabili impronte
tracce sospese, di pensieri in divenire.
Di tanto in tanto appare il sole
come orma unta di un raggio che non tocca fondo
e rammenda i passi
senza spine inchiodati a terra

Predispone la sua trama la vita,
quei rivoli di luce, a schiarirmi lo sguardo
nel respiro di un buio che sempre sovrasto
sono come un oltraggio ai colori che seppi vedere
pesantemente appoggiati ad un corpo
che oggi si intarsia di sfumature bruciate
appannate e appoggiate su un vetro di mare

[ a malapena disturbo il destino / lo lascio annegare nelle infamie delle poche acque rimaste / in quei punti d’orizzonte in cui ancora i miei occhi sanno bagnarsi e indorarsi di un verbo salino che sale fra le ciglia e il pensiero / nell’attimo in cui in nell’oscuro di una percepita notte si arrampicano i pensieri e sbiadisce la memoria ]

AlchimiaDiAnime© NellAnimaMia /©  Runa

Tutto [.tranne Me.]

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Potrei essere al tuo posto , e farmi largo in quella mutazione di accadimenti che potrebbero essere eventi senza disciplina per il mio alter ego ,avvinghiato alla tumultuosa associazione di vita e tempo .
Potrei essere quel lasso di vita che apre le porte di un armadio , e al posto di mille scheletri trovare quegli abiti bianchi che non indosso da quando avevo dieci anni , o forse più, ma che non importa , perchè sono di un corpo che ormai non ha più libertà di forma e mal si associa alla decomposizione dei gesti .
Potrei credere di essere, se mi impegnassi fortemente con la mente ,un giochino che si fa routine come fra le mani di un bambino , e conservare quell’innocenza del tatto di chi mi ha avuto e che mi porterebbe , nel poi , a piangere per essermi persa poco prima di tornare a casa .
Io si che saprei come gridare di quel dolore di plastica , di ferro , di oggetto non identificato , smarrito e ritrovato da mani decisamente ignare dalla corposità di cui son fatta .Io si che saprei vivere abbastanza intensamente in tutti quei giorni che mai si saprà di avere a disposizione , e si , saprei correre lungo tutte quelle risalite che non hanno nulla a che fare con il passato .Si , saprei io sconfiggermi e ritornare ad essere me stessa , desiderando ciecamente di essere al tuo posto .©Runa

[ .e poi tutte le carezze. ]

Ogni Silenzio / Ogni Parola / Ogni Grido / Ogni Schiaffo / e poi tutte le carezze 
non mi son servite a farmi scorrere questo sangue freddo nelle vene / troppo freddo per questa pelle di vulcano che muta in sembianza squilibrata nel suo stesso vortice di senso che si appresta a progredire e a dire che nella mia vita vuole morire .
Ogni Vuoto / Ogni Spazio / Ogni Delirio / Ogni Follia / e poi ogni dolore a regredire disuguale e multiforme fra le costanze accese dei miei versi in rima audace , come se la bocca non sapesse che ingoiare da un’unica penna l’inchiostro che si scioglie nelle notte in bianco e nelle pagine dipinte di nero .
A singhiozzi mi pronuncio e nel pianto mi bagno la carne purificandomi con quel solo sale che mi sa cuocere dentro e rendermi calda di un solo ed inappetente sacrificio / umano quanto immortale / per potermi costringere a vivere una missione che è una misericordia per il cuore / e unicamente in esso avverarmi senza dirmi *
©Runa

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