.s e a r c h.

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sono alla ricerca di un dato di fatto
di un atto elaborato / a ritroso nella memoria
dove ormai è impossibile tradursi
[ anche quando è freddo e le verità sono ormai nascoste ]

sono alla ricerca di un assolo infinito
una luce che viola le regole della notte
e con clemenza si lascia passare / senza nutrirsi
[ anche quando la scelta è un unico bivio e nel dilemma non ti ci puoi tuffare ]

sono alla ricerca del giusto distacco
di un segno che porti il mio nome
a cui posso ridar vita senza tornare in vita
[ anche quando manca l’essenziale ed il cuore riparte nudo ]

©Runa

.l’Inappetenza delle memorie.

Sans titre 1

legata ai margini di un’ inappetenza di parole
le contrasto come ad avere pioggia in faccia
e nel farne ricordo le lascio cadere
sugli zigomi segnati da un tempo che più non mi riconosce
/ forse non sono più io a fiatare contro questo vento
forse /
se fossi riuscita a ripararmi in tempo
non avrei il tordo rumore della notte discontinuo sul tetto delle mie memorie guaste
e gli occhi / i miei occhi cosi gronfi e rossi
non avrebbero quell’arpeggio lacrimante
che batte alla visione furiosa
di una me dimenticata
in un accadere che accellera senza venirmi incontro

©Runa

_il giardino perduto_

GPalmerini

-stropiccio l’armata del mio riflesso di vetro
nel non luogo sversato nel tempo
dove reduce da ogni volontà scolpita
mi adorna spumosa l’assenza
nel dubbioso e disordinato oblio
che a pezzi sul bordo della carne inabissata
ritrovo nelle forme ferite e cadenti
galleggianti come in una fiera di immagini oscure
ritrovate nell’altrove di un corpo che fu giardino
o angolo delle mie azioni mancanti /

ho beccato l’irrequietezza dipinta d’attesa
su di un muro con la lingua spezzata
scavalcandomi di una nullità poetica
che si fa mosaico oltre gli occhi
in versi e murali scrostati senza forza
nascosti negli involucri di una memoria frenata
e impolverita di ossa franate esattamente li /dove
l’addio si fa più leggero e rauco
se incoraggiato dal dolore
donando all’ esistenza un lato di sogno ed un ultimo rumore –

©Runa     / ph©A.Palmerini

#OmaggiodiParoleAntonioPalmerini

su _ http://wordsocialforum.com/2016/01/21/prospettive-omaggio-di-parole-ad-antonio-palmerini/#more-17351

.d o v e.

rapidheartmovement

d o v e porterò mai questa memoria mia /

dall’alto sipario di una vita grave avidamente si allontana
il rosso fluttuante del cuore
troppo spesso inadeguato all’adagio delle più dolci attese /

d o v e se non al cospetto delle derive /

dinanzi a tragitti murati vivi
come a placare il distacco sancito dal lutto o a cogliere disonestamente il meglio di una .me. non ancora scritto /

d o v e mi ritroverò cieca nuovamente /

dolente e incurabile oltre le previsioni
con più di una croce da appendere al cuore e con un petalo a serrarmi l’ombra concessa da quell’ultimo sole

©Runa
ph©RapidHeartMovement

[ dentro ] furori d’ ardore

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[ dentro ] dettagli di un indifeso colore
[ sbiadito ] su furori aggravati dall’ozio del calore
nel mentre gli artigli sul cuore si affilano
aggravando la prima ragione suffusa del giorno
[ immemore ] di uno spaccato d’amore involuto
specchiato poi a velo
nella differita degli abbracci flessi / invariati
cauterizzati dal compiere
di un verbo che a gesto preme nel fare
come a sfilare calze in controlce
in attesa di un abito che a goccia si fonde
lì / dove la bocca affoghi
e la follia inneschi

©Runa

L’inverno .adesso.

fbmilia

l’inverno è arrivato sulla mia pelle scabra
a bocca aperta / asciutta
in un andirivieni di versi morsi e pianti indotti_
e c’è solo la memoria [ ora ]
ad estinguere il solco blindato del mio essere
che sgranocchia a battiti lenti
il lutto del mio vivere inesistente

mi pervade [ ora ]
il misticismo celebrato dalla notte
che implicito placa apparentemente su di me
la riproduzione esatta del dolore
tornato dall’inferno per ritrovarmi ancora carne
e buio se serve
per un canto maledetto che a denti stretti mi smeriglia il nome

l’inverno è arrivato sul mio esalato difetto
disadornando le stanze vuote con silenzio di piombo
e teli d’organza per dirmi [ ancora ]
quanto la luce del sonno intatto possa nuovamente nuocere
al cigolio del mio ricordo arginato_
insaziato dall’esilio in terra rossa
dove striscio e nutro il mio cuore sanguinante

©Runa

.the words that come betrayed.

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not exactly the words that come betrayed
not by a stem flowered you translate into life
not from the brink of your will that resurface

ooze his soul is precious
lay the hard way in life is to break down it
without rules, without hesitation

not exactly out of the mouth that comes a kiss
not by the frivolity of a gesture that you find pleasure
It is not within the boundary of your identity that you can intrude

grab the hottest hours, you strike the sun with your crying
made poison precious facts reverb absinthe
and ascend fair in your most candid madness

©Runa

-Scabra Assonanza-

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Sempre tesa nell’attesa –
filtrata nella smisurata attenzione come fossi luce
divenuta serra d’aria e poi
s_vestita di un linoleum che mi si posa addosso
come ombra im_perfetta e degna
di una dimora a corpo
che amabilmente impara a sanguinare / ad aspettare
la giusta incisa direzione senza corsia
senza esigere l’aria e la sua regola necessaria .

Sono tesa nell’attesa e nel suo disonesto silenzio .
Inciampo in parole disattente che ancora mi rosicchiano la lingua , lasciandone al cuore l’unica percezione indecifrata dalla voce / scabra assonanza di rumore che si espia dalla notte senza lasciarne vapore .

©Runa

#Omaggio_a_Jaya_Suberg

Il Pianto in Parti Uguali

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Continuo a sostituire il cuore con piccoli spazi che rammendo fra le mani e il polso
raccolti al collo per farmi sentire ancora quel brivido che di vita parla .
Mi divido in parti uguali su questa terra
e lo faccio attraverso la carne che mi ristora dal dolore
e dal tempo immemore di parole
come un fruscio di carta caduto sul corpo
a dirmi di scrivermi dentro quello che ancora alla voce non muore .
Avevo sperato di avere più aria nella bocca per poter dire
senza urlare / di quella paura che lenta mi affanna
e mi affama di un respiro che fa invidia alla notte
e a quella paura che lascia il segno sulle gote
frusciante di colare
che ammortizza il pianto e il suo elettrico vizio .
©Runa
24/06/2014

Nero su Nero

ph©Rosangela Betti
rosangela betti pH

ho moltiplicato ogni parola /
le ho segnate di nero sul cuore
piegandole come la notte
nell’attimo prima che esploda
e si faccia incarnato buio
sul mio corpo convesso esposto
fra te e le costole scomposte

ho decimato ogni respiro / bianco
intriso di dis.gelo e anima smisurata
che con fotogrammi di luna dipartono altrove
fra scaglie di lingua inchiodate al costato
convulse come vermi
a flagellarmi poi dentro
di una memoria ormai fatta di legno
come un pugnale scarno che elude la vita

sono stata gravida di ogni tua forma /
un rifugio d’acqua per ogni tua radice
sono stata naufraga e mai r.accolta a riva
un bruco mai nato con ali già rotte
/ sono stata un grembo fertile
per il tuo delirio
e la mia ennesima morte /

©Rosaria Iuliucci

.sono senza testa.

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sono senza .testa. / sono senza .cuore.
sono un abbacinante luce che si contorce da sola
nella spasmodica ricerca di un buio che mi si posi addosso
.docile. / senza pretesa di carne .dentro.
e che mi faccia sua [ bruciante ] come petalo arso al sole
sono senza .pagina. / non sono mai stata .scritta.
sono un muro di carta privo d’edera
una foglia senza linfa
.selvatica. / senza saperne succhiare il peccato
come da questa vita [ che mi buca e mi butta via ]
©Runa / ph©Whitney Justesen

M’è testimone il mare

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C’è stato il mare a remarmi contro
e la terra a tenerne conto
che ora non so più come tenere le mani ferme
il corpo teso e la mente vuota
in quest’oblio che mi adorna il cuore
di un metallo che mi avanza dentro
e non mi lascia libera di morire

Mi son fatta d’amore / da sola
Mi son bucata le vene / con il terrore
Mi sono sommersa nella piena
delle mie stesse pozzanghere di pianto

Ma c’è ancora un fluido che m’assorbe dal pio dolore
Un ritrovo di furie in costante attesa
di questa massa d’ossa che si lega alle stelle
nelle ultime notti in cui
essere normale è una fame contorta
evacuata dalla bocca
e piegata come la luna

©Runa